TUMORI PIU’ FREQUENTI NEL SESSO MASCHIILE
In un precedente testo ho riportato, in due tabelle, i tumori più frequenti, suddivisi per la loro incidenza nei due sessi. Oggi parliamo quindi della prevenzione nei tre tumori più frequenti nel sesso maschile, che sono in ordine decrescente:
– Prostata con 40.190 casi nel 2023;
– Polmone con 31.900 casi nel 2023;
– Colon-retto con 21.500 casi nel 2023.
Tumore della prostata
Il carcinoma prostatico è divenuto, nell’ultimo decennio, il tumore più frequente nella popolazione maschile dei Paesi occidentali. Questo fenomeno è da ricollegare, più che alla presenza di fattori di rischio, alla maggiore probabilità di diagnosticare tale malattia attraverso uno screening precoce, come il dosaggio del PSA, l’esame digito-rettale, l’ecografia prostatica e la biopsia sotto guida ecografica.
Nella fase iniziale il carcinoma della prostata non è in genere accompagnato da sintomi, ma con il progredire della malattia a livello loco-regionale possono comparire diminuzione della potenza del getto urinario, pollachiuria (frequente necessità di urinare), ematuria (sangue nelle urine), disuria (urinazione dolorosa) e dolore perineale. Nelle fasi più avanzate della malattia, essendo lo scheletro la prima sede di metastatizzazione, è caratteristico lo sviluppo di dolore osseo.
Cosa fare? Tutti gli uomini, dai 50 anni in su, dovrebbero eseguire il dosaggio del PSA una volta l’anno. Il PSA non è un marcatore specifico del tumore (può aumentare anche per infiammazione della prostata oppure per chi va spesso in bicicletta per la pressione del sellino sulla prostata), ma è il miglior marcatore che abbiamo. Importante poi non è solo valutare il valore assoluto, ma la sua progressione: un valore di 3 ng/ml è normale (il massimo valore normale è 4 ng/ml), ma se il valore del dosaggio precedente era 2 ng/ml, significa che il PSA è aumentato del 50% e questo aumento va approfondito, con una ecografia oppure meglio con una risonanza magnetica.
Tumore del polmone
L’elevata incidenza di tumore del polmone, sia negli uomini che nelle donne, e le statistiche di mortalità legata a questo tumore, impongono di non dimenticare mai l’importanza della prevenzione primaria, e in particolare della lotta al fumo, principale fattore di rischio.
Il fumo è infatti responsabile di circa 9 casi su 10 di questo tumore: se tutti smettessero di fumare, il numero di casi si ridurrebbe a circa 1000 ogni anno.
Cosa fare? Esistono molti metodi che aiutano a smettere di fumare, ma la prima motivazione deve essere la certezza di farsi del bene. Nella lotta al fumo va anche compreso il fumo delle cosiddette sigarette elettroniche: il riscaldamento del liquido produce infatti migliaia di composti chimici di cui non sappiamo nulla, ma che di certo non fanno bene ai nostri polmoni.
Tumore del colon-retto
I tumori del colon-retto si riconducono a stili di vita e familiarità. Fattori di rischio sono rappresentati da eccessivo consumo di carni rosse e di insaccati, farine e zuccheri raffinati, sovrappeso e ridotta attività fisica, fumo ed eccesso di alcool.
Cosa fare? Purtroppo, questo tumore è molto subdolo, e quando si manifesta con perdite ematiche dal retto, spesso è già diffuso in tutto l’addome. La prevenzione è quindi fondamentale, e si basa sulla ricerca del sangue occulto nelle feci. Oggi questo esame si esegue con il prelievo di tre campioni di feci, e non più di uno solo, perché la presenza di sangue nelle feci può essere saltuaria. Molte regioni hanno un programma di prevenzione attivo, ed invitano tutte le persone oltre i 60 anni a fare questo esame (gratuito) ogni due anni. La presenza di sangue nelle feci non è diagnosi di tumore, ma va approfondita con colonscopia ed eventuale biopsia di lesioni sospette.
Domenico Criscuolo